Pietro Scaglione

Pietro Scaglione è il primo magistrato vittima di Cosa Nostra: la sua uccisione avvenne a Palermo il 5 maggio 1971 presso Via dei Cipressi.

Pietro Scaglione nasce a Palermo il 2 marzo del 1906, figlio di un possidente agricolo e  dopo essersi laureato giovanissimo, entra in magistratura nel 1928.  Scaglione ha esordito in aula come pubblico ministero negli anni Quaranta, indagò sulla banda di Salvatore Giuliano e preparò dure requisitorie contro gli assassini del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso nel 1955, negli anni delle lotte contadine per la redistribuzione delle terre.

Diventato procuratore capo nel 1962, Scaglione indagò sulla strage di Ciaculli e inquisì Salvo LimaVito Ciancimino e altri politici locali e nazionali.

Pietro è il primo magistrato vittima di Cosa Nostra, la sua uccisione avvenne a Palermo il 5 maggio 1971 presso Via dei Cipressi.

La mattina del 5 maggio del 1971 Pietro Scaglione si trova presso il cimitero dei Cappuccini dove è solito recarsi, ormai da sei anni, prima di raggiungere il suo ufficio, per pregare sulla tomba della defunta moglie. Il cimitero si trova nel quartiere della Zisa, in Via dei Cipressi, una stretta strada periferica, lunga alcune centinaia di metri, che per un lungo tratto è costeggiata dalle mura di cinta del convento dei frati.

Intorno alle ore 11 il magistrato, a bordo di una Fiat 1500 guidata dall’agente di custodia, in servizio presso il carcere dell’Ucciardone a Palermo, Antonino Lo Russo, sta facendo ritorno in Procura. La marcia dell’auto viene, all’improvviso, bloccata da un’altra automobile che stringe la Fiat 1500 del Procuratore verso il muro; due o tre persone aprono il fuoco: proiettili calibro 9 e 38 Special colpiscono più volte il corpo di Pietro Scaglione e dell’agente Lo Russo.

Polizia e Carabinieri sopraggiungono quando i due uomini sono in fin di vita: il Procuratore e l’agente di custodia vengono trasportati all’ospedale della “Feliciuzza”, dove, però, giungono entrambi morti. Sul posto, tra i vertici delle forze dell’ordine, giunge anche il generale dei carabinieri Arturo Campanelli: a guidare la macchina dell’alto ufficiale è Mario Lorusso che scopre, in questo modo, quanto appena accaduto al fratello.

Dal 1893, anno in cui viene ucciso Emanuele Notarbartolo, la mafia palermitana non aveva più compiuto omicidi “eccellenti”, segno di un cambiamento di strategia all’interno di Cosa Nostra. L’uccisione di Pietro Scaglione è il primo episodio di una sequenza di omicidi usati per minacciare la tenuta delle Istituzioni democratiche; segna il punto di svolta nell’azione della criminalità mafiosa.

Nel gennaio 1991 il giudice istruttore di Genova Dino Di Mattei, che si occupava delle indagini, dichiarò di non doversi procedere nei confronti dei presunti responsabili dell’omicidio del procuratore Scaglione (Gaetano Fidanzati, Gerlando Alberti e il figlio, Salvatore Riina, Luciano Leggio, Pippo Calò, Francesco Scaglione, Pietro D’Accardio e Francesco Russo) in quanto «non è stato possibile individuare nei confronti di questi imputati gli elementi convincenti di accusa, come ad esempio il rinvenimento delle armi usate o testimonianze dirette, che giustifichino il passaggio alla fase dibattimentale».

A oggi non sono noti i nomi dei sicari né è stato pienamente acclarato il movente del vile attentato. I collaboratori di giustizia hanno fornito elementi utili alle indagini, ma essi si sono rivelati privi di sufficienti riscontri.

 Filmografia

Il capo dei capi, miniserie televisiva, 2007 .

Boris Giuliano. Un poliziotto a Palermo”, miniserie televisiva, 2016.

Diario Civile, Pietro Scaglione: la prima vittima, Raicultura.

Bibliografia

S. Lodato, Quarant’anni di mafia, Milano, BUR, 2013

Canzoni

La mafia nun esisti, Pino Veneziano.