Il 24 luglio del 2007 uno spaventoso incendio devastò parte della pineta nel territorio di Peschici, in provincia di Foggia. Le fiamme danneggiarono anche molti edifici del centro abitato. Nel rogo persero la vita tre persone: Romano Fasanella, 81 anni, Carmela Fasanella, 71 anni e nei giorni successivi, per le ferite riportare Domenico De Nittis.
Romano Fasanella era tornato in paese da pochi giorni per trascorrere le vacanze con la sorella Carmela.
Romano Fasanella era un ex assicuratore in pensione e da diversi anni viveva a Milano. Insieme alla sorella possedeva un appartamento nel residence Julia e per questo motivo d’estate tornava ogni anno nel suo paese di origine per trascorrere le vacanze.
Domenico De Nittis, 62 anni, era andato a trovare la moglie che gestisce un chiosco di prodotti tipici.
Scappava con il suo ciclomotore ed è stato circondato dalle fiamme. Negli ospedali specializzati nelle ustioni del sud non c’era posto per lui quindi è stato trasportato a Genova.
L’incendio era di origine dolosa.
Si teorizza che ci sia una geometrica potenza dell’appiccamento di fuochi plurimi. Davvero l’impressione che è stata colta soprattutto da chi era in cielo, dagli elicotteristi, perché l’intero Gargano era chiuso a tenaglia da questa progressione del fuoco.
Come dimostrano le immagini della Nasa, il fuoco è partito da quattro punti diversi.
Questo fa pensare all’azione dei piromani ma non è facile raccogliere prove e indizi concreti perché l’area è troppo vasta.
Ci sono due indagati: il primo è un dipendente dell’Anas che era in servizio sulle strade del Gargano e che, secondo una testimonianza, non ha comunicato la notizia dell’incendio alla centrale operativa, nonostante gli fosse stata comunicata da alcuni turisti.
Questo ritardo ha consentito al rogo di estendersi ampiamente.
Il secondo indagato è il proprietario di un fondo su cui si sono sviluppate le fiamme. Le ipotesi di reato sono le stesse del primo indagato.
Il caso fu archiviato per la mancanza di prove che accertino la responsabilità dell’accaduto.