Libero Grassi

All’inizio degli anni ottanta viene preso di mira da Cosa Nostra con la pretesa di pagamento del pizzo. Libero Grassi ha il coraggio di opporsi alle richieste di racket della mafia e di uscire allo scoperto, con grande esposizione mediatica; infatti, nel gennaio 1991 il Giornale di Sicilia pubblica una sua lettera sul rifiuto di cedere ai ricatti della mafia.

Libero Grassi nasce a Catania il 19 luglio 1924, in una famiglia antifascista, poco più di un mese dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, ed è chiamato così proprio in memoria del deputato socialista ucciso dai fascisti per essersi opposto a Benito Mussolini. A otto anni la sua famiglia si trasferisce a Palermo, dove Libero Grassi studia sino alla maturità al liceo classico Vittorio Emanuele.

Nel 1942 Libero si trasferisce a Roma, dove studia Scienze Politiche. Rifiutandosi di combattere la Seconda Guerra Mondiale al fianco di fascisti e nazisti, Libero entra in seminario e ne esce dopo la liberazione, tornando nel 1945 a studiare e laurearsi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo poiché il corso di laurea in Scienze Politiche era stato soppresso.

Malgrado l’aspirazione alla carriera diplomatica, un desiderio che la guerra aveva infranto presto, prosegue l’attività del padre commerciante: all’inizio degli anni Cinquanta mette in piedi un’azienda a Gallarate, in provincia di Milano, con il fratello Pippo, e si inserisce nell’ambiente della borghesia industriale milanese. 

Dopo l’esperienza a Milano, fonda un’azienda propria a Palermo che produce biancheria da donna, ha successo ed arriva presto a contare 250 operai. 

Negli anni sessanta con la moglie partecipa al Partito Radicale, fondato da Marco Pannella e diventa un editorialista per diversi giornali siciliani, in seguito allo scioglimento del Partito Radicale di allora, entra nel Partito Repubblicano Italiano. 

All’inizio degli anni ottanta viene preso di mira da Cosa Nostra con la pretesa di pagamento del pizzo.

Libero Grassi ha il coraggio di opporsi alle richieste di racket della mafia e di uscire allo scoperto, con grande esposizione mediatica; infatti, nel gennaio 1991 il Giornale di Sicilia pubblica una sua lettera sul rifiuto di cedere ai ricatti della mafia: 

«Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. 

Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. 

Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui. » L’11 aprile 1991 Libero Grassi è ospite di Samarcanda, la trasmissione condotta da Michele Santoro su Rai Tre, dove cerca di spiegare la sua posizione: «Io non sono pazzo, non mi piace pagare, è una rinunzia alla mia di dignità di imprenditore». 

Era un imprenditore vero, Libero Grassi, di quelli che non ci stanno a piegare la testa, di quelli per cui “impresa” significa “dignità”. Era una persona abituata a dire quello che pensava pubblicamente, apertamente e lealmente. 

In qualche modo la mafia lo costrinse a diventare un eroe, forse anche contro il suo volere. 

Pochi mesi dopo, infatti, la mattina del 29 agosto 1991, mentre si stava recando verso la sua auto per andare in fabbrica, senza la scorta personale che aveva rifiutato, alle sette e quaranta di mattina, viene ucciso con quattro colpi di pistola a Palermo.

Qualche mese dopo la morte di Libero Grassi, il Governo emana il decreto-legge n.419, convertito in legge n.172/92, che istituisce il fondo di solidarietà in favore delle vittime di richieste estorsive e di usura.

Nell’ottobre del 1993 viene arrestato Salvatore Madonia, detto Salvino, figlio del boss di Resuttana, e il complice alla guida della macchina Marco Favaloro, che in seguito si pente e contribuisce alla ricostruzione dell’agguato. Madonia è stato condannato in via definitiva, anche al regime 41-bis, e con lui l’intera Cupola di Cosa Nostra (sentenza del 18 aprile 2008).

Filmografia

Serie Tv intitolata “Liberi sognatori”.

Intervista TV a Samarcanda: https://youtu.be/ZSxYxZQdEmw

L’assassinio di Libero Grassi, intervista a Giovanni Falcone, Rai scuola.

Io sono Libero, film di F. Micciché, 2016 

Bibliografia

A. Piccione, “Per sempre libero. La storia di Libero Grassi.”, Edizione del 2018

C. Caprì, P. Maisano Grassi, Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo, Roma, Castelvecchi, 2011

  1. Mascali, Lotta Civile, Milano, Chiarelettere, 2009

Canzoni

Libero Grassi in: “Liberi sognatori”, di A. Farri e M. Marrone, 2018