Ambrogio Mauri

Negli anni di Tangentopoli appoggiò l’attività del pool Mani pulite, andando a testimoniare volontariamente. Tuttavia, al termine di quella stagione, deluso dal fatto che, come prima, gli venivano negati appalti, perché non accettava di pagare tangenti, si suicidò nel proprio ufficio, con un colpo di pistola al cuore.

Imprenditore, ereditò l’azienda del padre nel 1949, che oggi si chiama Mauri Bus Systems,  Ambrogio Mauri trasformò l’azienda da realizzatrice e riparatrice di componenti per mezzi a motore in azienda realizzatrice di mezzi per il trasporto pubblico, autobus e filobus. È stato anche l’ideatore del Bi-Bus, mezzo in grado di funzionare sia come filobus che – in assenza di corrente elettrica – come autobus a gasolio.

Alla fine degli anni ottanta, l’azienda attraversò un periodo di grande crisi, restando per tre anni senza commesse, crisi che si ripeté poi nuovamente negli anni tra il 1993 e il 1995: il motivo principale di questi problemi fu il costante rifiuto da parte di Mauri di pagare tangenti ai politici milanesi dell’epoca.

Negli anni di Tangentopoli appoggiò l’attività del pool Mani pulite, andando a testimoniare volontariamente. Tuttavia, al termine di quella stagione, deluso dal fatto che, come prima, gli venivano negati appalti (in ultimo nel 1996 per l’ATM), perché non accettava di pagare tangenti, si suicidò nel proprio ufficio, con un colpo di pistola al cuore.

Nell’ottobre 2012 il comune di Desio dedica alla sua memoria il nuovo parco cittadino situato nel quartiere San Vincenzo Spaccone, realizzato da volontari locali che hanno recuperato un’area verde abbandonata, si tratta quindi di un progetto in sintonia con il suo senso della comunità. L’area è una delle superstiti zone verdi previste dal piano regolatore che il comune approvò mentre Ambrogio Mauri ne era membro. A lui è dedicato il “Memorial Ambrogio Mauri W la Legalità!”, promosso dal sito Made in Desio e dal Comitato di quartiere Spaccone – San Vincenzo: un torneo di calcio giovanile, nato nel 2011, che vuole gettare e coltivare il seme del rispetto delle regole a partire dalle nuove generazioni.

Nel 2013 ha ricevuto una menzione d’onore del premio Giorgio Ambrosoli.

Nel 2014 gli è stata assegnata la “Corona turrita”, onorificenza del comune di Desio

L’associazione “Libera” gli ha dedicato la campagna “Riparte il futuro”, proposta di legge di iniziativa popolare contro la corruzione; il 21 marzo 2018 il presidio dell’associazione presente a Sulmona ha intitolato a lui la sua sede.

Lettera di addio:

“Come tanti ho cercato disperatamente di fare il mio dovere di uomo, di imprenditore. In politica come nella vita. Sempre. Mi trovo con un mondo che non comprendo più. I valori che mi hanno insegnato sembrano scomparsi. Peccato che io non credo più in questo Paese, dove, corruzione e prepotenze imperversano sempre.
Auguro, a chi continua a resistere, di avere maggiore “fortuna” di me.
Potrà sembrare un atto di egoismo. Non lo è. Sono proprio stufo di lottare ogni giorno contro la stupidità e la malafede e non capisco se è incompetenza. Come tanti, ho cercato disperatamente di fare il mio dovere, di uomo, di imprenditore. Sempre. Qualcuno preparato c’è, però sono casi isolati.
Abituato ad essere uno che guardava avanti con fiducia, ora, dopo Tangentopoli tutto è tornato come prima. Più raffinati. Forse chissà saranno anche onesti.
Una cosa è certa la professionalità non pone al primo posto l’interesse pubblico.
C’è chi rinuncia alla vita perché non riesce a lavorare per troppa trasparenza. Non serve a nulla essere professionalmente seri. Il mio vuole essere un gesto estremo della protesta di chi si sente isolato dalla così detta società Civile.
P.S. Una bara povera e un ciuffo di margherite, il resto è solo retorica. Se fosse possibile vorrei essere il primo sepolto nel nuovo cimitero per essere più vicino al luogo dove ho lavorato e… sofferto molto”.

Bibliografia