Lea Garofalo

Nata il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro (Calabria) rimane orfana di padre ucciso in una guerra di ‘ndrangheta. A quattordici anni Lea si innamorò del diciassettenne Carlo Cosco dal quale ebbe una figlia, Denise,  e con il quale decise di stabilirsi a Milano.

Nata il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro (Calabria) rimane orfana di padre ucciso in una guerra di ‘ndrangheta. A quattordici anni Lea si innamorò del diciassettenne Carlo Cosco dal quale ebbe una figlia, Denise,  e con il quale decise di stabilirsi a Milano.

Nel maggio 1996 quando quando il compagno e alcuni componenti della sua famiglia vennero arrestati per traffico di stupefacenti decise di lasciarlo e di portarsi via la figlia. Minacciata da Carlo Cosco, decide di trasferirsi a Bergamo con Denise senza informare la famiglia.

Nel 2002, quando Lea, sotto casa, si accorse dell’incendio della propria auto, capì che i Cosco erano sulle loro tracce si rivolge ai Carabinieri e racconta tutto ciò che, nel corso degli anni, aveva visto e sentito, a Pagliarelle come a Milano. Per le sue dichiarazioni, la giovane donna e la figlia vennero inserite, con false generalità, nel programma di protezione. Purtroppo le dichiarazioni di Lea non sfociarono in alcun processo (salvo poi, nell’ottobre 2013, condurre all’arresto di 17 persone in varie città italiane) e per questo motivo le viene revocata la protezione dello Stato.

Nel dicembre del 2007 viene riammessa al programma di protezione testimoni, cui decide di un rinunciare volontariamente nel 2009.

È un periodo particolarmente difficile per Lea che, in difficoltà economiche che non le permettono di offrire a Denise la vita che avrebbe desiderato accetta l’aiuto di Carlo che le trova un appartamento a Campobasso assicurandole che non avrebbe fatto nulla nè a lei nè alla figlia. Invece  il 5 maggio 2009 avviene un tentativo di rapimento: Carlo chiama un tecnico perché si è rotta la lavatrice, ma in realtà si tratta di Massimo Sabotino. Lea si insospettisce e viene aggredita, ma la presenza in casa quella mattina di Denise la salva. Dalle intercettazioni ambientali in carcere si scoprirà che a Massimo Sabotino erano stati promessi venticinquemila euro per il rapimento e che era già pronto un furgone con i fusti di acido.

Il 24 novembre del 2009 Cosco attira, nuovamente, l’ex compagna (ormai fuoriuscita da mesi dallo speciale programma di protezione) a Milano, con la scusa di parlare del futuro della loro figlia Denise. Approfittando di un momento in cui Lea rimane da sola senza Denise, Carlo la conduce in un appartamento in Piazza Prealpi, dove la picchia e infine la strangola. Sotto lo aspettano Vito Cosco e Carmine Venturino, che hanno il compito di occuparsi del corpo di Lea. Dopo essersi cambiato, Carlo torna a prendere Denise, e quando lei gli chiede dove sia la madre, le risponde che gli ha chiesto dei soldi e se n’è andata, abbandonandola.

Denise non crede alle parole del padre e, dopo averla cercata nei posti in cui era stata con lei nel pomeriggio, decide di andare dai Carabinieri, dove l’atteggiamento sbrigativo del padre e la disperazione della figlia vengono subito notati e portano a un’immediata apertura delle indagini.

I Carabinieri chiedono a Denise di continuare a stare con il padre, fingendo di credere alla sua versione, in modo da poter raccogliere più prove possibili. Denise nei mesi successivi conosce Carmine Venturino –mandato dal padre per tenerla d’occhio – che diventa il suo fidanzato.

Il suo corpo viene sciolto nell’acido, di lei rimangono 2.800 frammenti ossei e i resti di una collanina. Grazie alla testimonianza di Denise nel processo e alla collaborazione di Carmine Venturino sono stati condannati all’ergastolo quattro uomini: Carlo Cosco,Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino. 

Lea Garofalo per la giustizia italiana non è una vittima di mafia, ma, grazie ad un movimento di cittadinanza attiva del presidio di Libera e dei ragazzi e ragazze che ne facevano parte per la società civile, nonostante la mancanza di una esplicita condanna per associazione mafiosa, rimane vittima di ‘ndrangheta, morta per la dignità e la legalità

Filmografia

La tredicesima ora 2015

Lea 2015

Bibliografia

I.Ferramosca- C. Abastanotti “Lea Garofalo: una madre contro la ‘ndrangheta” Becco Giallo

M. DEmaria “La scelta di Lea-Lea Garofalo. La ribellione di una donna della ‘ndrangheta, Melampo Editore.

P. De Chiara “Il coraggio di dire no. Lea Garofalo la donna che sfidò la ‘ndrangheta” Tre di tre Edizioni

U. Ursetta “Vittime e ribelli donne di ‘ndrangheta. Da Lea Garofalo a Giuseppina Pesce” Luigi Pellegrini Editore

Canzoni

Litfiba  Maria Coraggio

F. Prestia La ballata di Lea