Placido Rizzotto, sindacalista e politico italiano, nacque il 2 gennaio 1914 a Corleone (in Sicilia). Sua madre morì quando era ancora un bambino, mentre suo padre venne arrestato con l’accusa di far parte di un’associazione mafiosa; per questo, ancora molto giovane, Placido fu costretto ad abbandonare gli studi e dedicarsi completamente alla cura dei suoi sei fratelli minori.
Successivamente partì per il servizio militare e, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si unì alla Resistenza Italiana: esperienza che lo ispirò e segnò profondamente, facendolo avvicinare all’attività politica e sindacale.
In primo luogo fu il presidente dei reduci e combattenti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiana d’Italia) a Palermo; poi divenne un esponente del Partito Socialista Italiano e della CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), infine, nel 1947, fu eletto Segretario della Camera del Lavoro di Corleone.
Furono anni di grandi battaglie, che Placido, “il vento del nord”, nonostante le continue pressioni e minacce mafiose, guidò con grande determinazione, al fianco di quei contadini, che da tempo erano ostaggio dei grandi proprietari terrieri, sfilavano in corteo e rivendicavano le terre che sempre più spesso occupavano. Avevano già ottenuto in concessione 50 ettari di terra del feudo Donna Giacoma per la cooperativa “Sacla” ed altri 50 del feudo Drago ne avrebbero ottenuti, il 17 novembre 1947, per la cooperativa “B. Verro”.
Nonostante le minacce ripeteva spesso “Dopo che mi ammazzano non hanno risolto niente. Dopo di me quanti ne spunteranno di segretari della Camera del lavoro! Non é che ammazzando me, finisce…”
La sera del 10 marzo 1948 venne sequestrato, pestato a sangue, assassinato con tre colpi di pistola e buttato “nel ventre scuro”, nella foiba, di Rocca Busambra.
Le indagini sull’omicidio ebbero una svolta solo nell’estate del 1949 quando si occupò del caso Carlo Alberto Dalla Chiesa che fece arrestare Vincenzo Collura e Pasquale Criscione che ammisero la loro responsabilità nel rapimento del sindacalista ed indicarono Luciano Liggio come suo assassino. Grazie alle loro dichiarazioni furono recuperati i suoi resti. Tuttavia, al termine dell’iter processuale, nel luglio del 1959 tutti gli imputati furono assolti per insufficienza di prove dopo che avevano ritrattato la loro confessione.
Portano il nome di Placido Rizzotto la prima cooperativa di Libera terra nata nel 200 a San Giuseppe Jato sui terreni confiscati ai Corleonesi e due vini prodotti su questi.
Bibliografia
D. Paternostro “ Placido Rizzotto e le lotte contadine” Adarte Editori
D. Paternostro “A pugni nudi. Placido Rizzotto e le lotte popolari a Corleone nel secondo dopoguerra” Mondadori
D. Paternostro “Placido Rizzotto. I funerali di stato” Istituto poligrafico europeo
D. Paternostro “Placido Rizzotto. Alle radice dell’antimafia sociale” Città Nuove edizioni
C. Botta- F. Lo Nigro “Placido Rizzotto. Dai Fasci siciliani dei lavoratori alla strage dei sindacalisti” Navarra Editore
Filmografia
Placido Rizzotto 2000
Canzoni
Agricantus “Spiranza”