Stefano Picerno

Stefano Picerno era un vigile del fuoco presso il Distaccamento “Marcello”. La sera del 27 luglio del 1993 insieme al suo collega (Carlo la Catena) si recò, in seguito alla chiamata di un vigile urbano, in via Palestro a Milano.

Stefano Picerno, nato il 12 settembre 1956 a Terni (Umbria), era un vigile del fuoco presso il Distaccamento “Marcello”. La sera del 27 luglio del 1993 insieme al suo collega (Carlo la Catena) si recò, in seguito alla chiamata di un vigile urbano, in via Palestro a Milano.

Lì alle 23:14 scoppiò l’autobomba che lo uccise, e con lui La Catena Carlo, Pasotto Sergio, Driss Moussafir e Ferrari Alessandro.

La strage di via Palestro 

Alle 22:45 circa del 27 luglio 1993 una giovane donna, bionda, sui trent’anni, venne vista parcheggiare una Fiat Uno in via Palestro a Milano, di fronte al Padiglione di Arte Contemporanea (PAC) . Secondo la testimonianza di due passanti, la donna risalì su un’altra vettura insieme ad altri due uomini.

Alle 22:55 l’auto di pattuglia della Polizia Locale venne fermata da una coppia di passanti, che li avvisava che da una Fiat Uno parcheggiata di fronte al PAC fuoriusciva del fumo bianco. Dopo un veloce sopralluogo: dopo aver verificato che poteva trattarsi di un principio di incendio, non essendoci fiamme ma solamente un denso fumo bianco, i vigili urbani avvisarono via radio la propria sala operativa, chiedendo l’invio di una pattuglia dei Vigili del Fuoco.

Poco dopo, alle 23:05, arrivò sul posto la squadra di Via Benedetto Marcello, che constatò come ci fosse solo molto fumo. Aperto il cofano, la squadra notò un pacco nastrato con lo scotch e dei fili elettrici. Scattò subito l’allarme bomba e si decise di evacuare la zona, bloccando la strada e le auto in transito. Mentre le sale operative venivano avvertite per l’invio degli artificieri, alle 23:14 un’esplosione violentissima fece saltare in aria l’auto e uccidendo cinque persone: un vigile urbano, tre vigili del fuoco (chiamati dal vigile urbano per disinnescare l’ordigno) e un immigrato marocchino, che dormiva su una panchina.

Gravissimi i danni al PAC, difatti la strage si inserisce formalmente nel clima di contrapposizione frontale tra lo Stato e Cosa Nostra (mafia siciliana), e l’obiettivo di Cosa Nostra era colpire proprio il patrimonio artistico e culturale italiano per costringere lo Stato alla resa.

Bibliografia

“La mafia uccide solo d’estate: 25 anni dalla strage di via Palestro”, Silvana editoriale

Filmografia

Saranno fiori bianchi, 2013